NOBILI

Produzione media/anno: 26.000 bottiglie
Ettari vitati: 7


Nicola Nobili conduce e trasforma in vino quattro ettari nell’Inferno (la più piccola sottozona del Valtellina Superiore) e altri tre spariti tra Sassella e Grumello.
L’azienda ha un secolo di vita. Ai suoi esordi contava 15 ettari vitati a Chiavennasca (Nebbiolo), dai cui la famiglia Nobili produceva vino sfuso per il mercato svizzero. Poi, il richiamo della fabbrica spopolò le campagne e quel patrimonio si sgretolò.
Partendo dal mezz’ettaro rimasto, il padre di Nicola mise in bottiglia il primo Inferno Nobili, annata 1983. Un paio d’anni dopo, il figlio dodicenne inizia a seguirlo in vigna… e da allora non ne è più uscito.
Dopo studi di agraria e di enologia, Nicola fa esperienza di vigna e di cantina in aziende di primo piano nello Champagne, nelle Langhe e in Toscana. Formazione che gli permetterà di gestire in prima persona tutte le fasi della produzione (ed oltre) della sua azienda.
Nei suoi terrazzamenti vitati viene praticata la lotta integrata e in cantina, tra l’alternarsi di grandi carati di rovere e di castagno, le fermentazioni prendono vita da lieviti indigeni.
Ne risultano vini avvolgenti e in un tempo, sodi. Il Montescale, lo Sforzato di casa, ne è un esempio paradigmatico. Ampiezza aromatica e spalla alcolica trovano telaio su una levigata compattezze tannica. 
Da oltre 30 anni lavora queste uve, producendo un vino che gli somiglia: franco, complesso ma di chiara identità, capace di armonizzare in sé suadenze e ruggiti. Dice che “basta fidarsi dell’uva e rispettare la terra”. Per preservare gli esiti di questo spontaneismo, in cantina affina il Boca in grandi roveri non tostati. Indizio di una precisa idea di vino e di gusto.